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Francesco Surdi

Puoi parlarmi un po’ di te?

Sono una persona tendenzialmente pacifica.

Come e quando ti sei avvicinato/a all’arte?

In famiglia, in qualche modo, lavoriamo con l’arte e l’artigianato da sempre

Quali sono gli artisti cui guardi? E perchè?

Direi che ho sempre guardato a Matthew Barney tra i tanti artisti contemporanei che seguo e tutta la pittura rinascimentale.

Puoi parlarmi della tua ricerca artistica?

Non saprei specificare precisamente, posso dire che quasi sempre le ricerche che conduco riflettono sul tempo e su come esso agisce sulle continue metamorfosi in cui tutte le cose sono immerse.

Qual è il materiale preferito? E perchè?

Per i motivi di cui sopra, posso dire di non avere materiali preferiti. Diciamo che qualsiasi materiale che si inserisce nei processi che porto avanti deve avere una certa propensione a modificare la propria natura.

Quanto è importante il processo?

Vedi sopra

A cosa stai lavorando adesso?

In questo periodo lavoro molto con la terracotta, alla quale cerco di ibridare materiali edili che siano il più possibile compatibili con una certa idea di epidermide.

Puoi parlarmi del tuo studio?

Lavoro in un piccolo spazio che si trova ad Alcamo da almeno una decina di anni. Un luogo piccolo ma molto accogliente che violento costantemente.

Cosa ti eccita di più del tuo fare arte?

Non parlerei del fare arte come una cosa eccitante, per me è qualcosa molto vicina ad un bisogno fisiologico e quotidiano.

Come trascorri il tuo tempo quando non lavori?

In questo periodo non ho troppo tempo libero, cerco di dividermi tra insegnamento, ricerca personale e un’ intensa attività curatoriale con la piattaforma Landescape.

Cosa ti appassiona?

Non saprei risponderti.

Qual’è il più grande desiderio?

Non saprei risponderti.

Puoi dirmi il libro, il disco, il film e il piatto preferito?

Il mondo sommerso di J.G. Ballard, Zaireeka dei Flaming Lips, Aguirre il furore di Dio di Werner Herzog, la Pizza.

Francesco Surdi  Opere / Arworks 

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