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Laura Scalia

Puoi parlarmi un po’ di te?

Sono Laura, sono nata a Palermo nel 1986, sono una pittrice. Vivo e lavoro tra Palermo e Cornino, in provincia di Trapani.

Come e quando ti sei avvicinato/a all’arte?

Sono sempre stata attratta dalle arti visive e ho coltivato, sin dall’infanzia, questa innata propensione all’espressione artistica attraverso il disegno e la pittura. Dopo il diploma in Turismo ho lavorato per cinque anni come assistente di volo presso una compagnia aerea siciliana e fu dopo il suo fallimento che ho deciso di iscrivermi all’Accademia di Belle Arti di Palermo al corso di pittura, da questo momento in poi ho iniziato il mio vero e proprio percorso artistico.

Quali sono gli artisti cui guardi? E perchè?

Sin dall’inizio dei miei studi mi sono sentita molto vicina agli artisti dell’espressionismo astratto americano, soprattutto Robert Raushenberg il quale mostrò che i confini delineati tra pittura e scultura potevano essere spezzati, così che entrambi potessero essere presenti in una singola opera d’arte. Di forte interesse per il mio percorso è stata Heidi Bucher per la leggerezza, la fragilità e la natura effimera delle sue opere, che rivedo molto nelle mie ultime cere e per l’idea dell’opera come peso fisico ed emotivo. Inoltre Wolfgang Laib che lavora con materiali naturali, come la cera d’api e il polline. Ne avrei tanti altri da elencare, come Helen Frankenthaler o Jannis kounellis, fondamentali anch’essi per tutto il mio lavoro.

Puoi parlarmi della tua ricerca artistica?

La mia ricerca artistica pone l’attenzione nei confronti della dimensione intima dell’individuo, nel tentativo di evocare attraverso la pittura un ambiente domestico, facente parte della sfera privata e quotidiana. Le forme e i colori narrano i frammenti di vita e visioni nella memoria. I miei ultimi lavori sono l’espressione e la rappresentazione astratta di una volontà di ritorno ad una vita fatta di cose semplici, esprimono quel carattere e quell’aspetto primitivo, come se fosse l’origine del linguaggio, il punto estremo o di inizio. In questo caso il segno, ovvero questa rappresentazione di un oggetto astratto è quella prova che riconduce non ad un significato concreto bensì ad un’emozione forte, essenziale e materica.

Qual è il materiale preferito? E perchè?

Sono diversi i materiali che suscitano il mio interesse nel loro utilizzo, sicuramente i materiali tradizionali della pittura ovvero la tela come supporto pittorico da cui mi sono allontanata solo ultimamente utilizzando anche materiali come il cemento e la cera. Probabilmente il mio materiale preferito in assoluto è la cera perché passa dallo stato liquido allo stato solido e viceversa, può essere quindi soggetta a continui mutamenti diventando sempre qualcosa di nuovo e diverso e perché il suo profumo stimola anche l’olfatto oltre che il tatto.

Quanto è importante il processo?

Credo che il processo sia fondamentale, soprattutto quando si utilizzano dei materiali che vanno manipolati e trattati per una corretta realizzazione in base al progetto iniziale; è altrettanto importante per me durante il processo dare spazio e libertà alle impressioni istantanee. 

A cosa stai lavorando adesso?

I miei ultimi lavori sono realizzati in cemento e in cera, sono delle composizioni che fanno riferimento a questo periodo della mia vita, nel quale ho riscoperto cosa significa stare a contatto con la natura e vivere in un posto quasi incontaminato. La mia mente fotografa gli elementi semplici, le variazioni della quotidianità e dello stile di vita, la vita animale e vegetale che abita questo luogo.

Puoi parlarmi del tuo studio?

Il mio studio è la tutta la mia casa, ambiente che riconosco come un luogo di libertà e massima espressione di quello che sono. La stretta unione affettiva a tutto quello che contiene un ambiente familiare, ovvero oggetti, mobili e accessori, è unica e da calore. Rappresenta un vissuto carico di memorie, come un’autobiografia, un diario. Per questo motivo l’ho scelta come studio, perché è un forte stimolo, un continuo dialogo tra le mie opere e la mia quotidianità. 

Cosa ti eccita di più del tuo fare arte?

Mi entusiasma il fatto di potermi dedicare totalmente alla realizzazione delle mie opere, perché fino a qualche mese fa lavoravo in aeroporto per cui non avevo abbastanza tempo da riservare a quello che fondamentalmente mi interessa e mi stimola molto di più.

Come trascorri il tuo tempo quando non lavori?

Quando sono a Cornino dedico il mio tempo libero a lunghe passeggiate in riva al mare con il mio cane, oppure vado a cavallo. Mi piace molto cucinare, visitare posti nuovi e stare con la mia famiglia e i miei più cari amici.

Cosa ti appassiona?

Mi appassiona il cambiamento, la conoscenza, i paesaggi, il mare, viaggiare e osservare tutto quello che mi circonda.

Qual’è il più grande desiderio?

Ho due grandi desideri al momento che non voglio svelare, ma sono felice del fatto che ce la sto mettendo tutta per realizzarli.

Puoi dirmi il libro, il disco, il film e il piatto preferito?

Mi ritrovo spesso a scegliere libri che mi facciano riflettere sul mio lavoro, uno di questi è la poetica dello spazio di Gaston Bachelard che ho adorato. Dischi tanti e di tanti generi musicali diversi ma i Pink Floyd rimangono in assoluto i miei preferiti. Il film è Green Book e il piatto preferito la pasta con la salsa fresca, fatta da mia mamma, e le melanzane.

Laura Scalia  Opere / Arworks 

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