Giuseppe Adamo
Raffinato pittore tra i più preziosi della nuova scena pittorica siciliana, Adamo pensa al linguaggio pittorico libero da necessità narrative o di rappresentazione, muovendosi in una terra di confine tra figurazione e astrazione. Le sue opere sono superfici lisce e levigate, totalmente prive dello spessore del materiale, da cui emergono forme tridimensionali che richiamano il mondo minerale e vegetale; sono ottenuti da una pittura molto fluida, fatta di smalti, trasparenze e variazioni tonali, attraverso un processo pittorico che in un certo senso imita i processi generativi della natura. La pittura di Adamo è stata recentemente strutturata attraverso una trama di verde, ocra, grigio e marrone, da cui filtrano strati viola e blu per mezzo di veli sovrapposti. Il dipinto, con solchi immaginari, soglie, crepe, crepitio, incisioni, sembra essere definito come micro residuo di un universo macro, vegetale o minerale: questo è ciò che resta di un’ipotesi di un paesaggio mai realizzato, ma infinitamente possibile, tra l’archeologia della natura e un’allucinazione.